Programmazione neuro linguistica cos’è e come funziona?
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Programmazione neuro linguistica, cos’è e come funziona?

Spesso mi si chiede: la programmazione neuro linguistica cos’è? E come funziona? Poi, mi si chiede anche: la PNL è scienza?

Bene, ora metto in chiaro le cose.

E capirai anche perché chiarisco sempre che io utilizzo solo le tecniche di PNL che, nel tempo, hanno avuto un qualche riscontro scientifico.

 

La programmazione neuro linguistica: definizione

Il nome Programmazione Neuro Linguistica nasce con un chiaro intento commerciale. E la disciplina non ha nulla a che fare con le neuroscienze, almeno non in maniera diretta, anche perché nessuno dei fondatori e maggiori fautori è un professionista della mente.

Peraltro, dopo una battaglia legale tra i fondatori, il nome è del tutto libero da copyright. Ciò vuol dire che chiunque può farne uso. Se domani decidessi di aprire una scuola di “PNL per gli animali domestici”, potrei farlo senza problemi.

Perché dico questo?

Perché, negli anni, proprio a causa di tale situazione, diversi individui poco attenti alla reputazione hanno contribuito a fornire un’immagine ancor più distorta della Programmazione Neuro Linguistica, fino a renderla identificabile come:

  • Il segreto dei segreti
  • La panacea di tutti i mali
  • L’arma di persuasione di massa, e così via…

Chiaramente, tutto questo ha portato le persone a vedere la PNL come una fuffa galattica.

È del tutto normale.

 

La programmazione neuro linguistica non è una scienza a sé

La PNL non è scienza a sé, come ho detto. Partiamo da questo punto fondamentale.

Però, non è nemmeno solo fuffa. Mi spiego meglio.

Di errori ce ne sono stati, negli anni. Dal dire che attraverso il movimento degli occhi si possono comprendere alcuni schemi mentali (teoria poi smentita dalle neuroscienze), sino all’affermare che il cervello non riconosce la negazione, affermazione che ignora del tutto il funzionamento delle visual imagery. Piccola parentesi sul movimento degli occhi: nel 2020 è stato scoperto che gli occhi si muovono quando ricordano qualcosa, ma solo per guardare nello stesso punto della nostra visuale dove per la prima volta abbiamo visto quel volto, quell’oggetto o quel particolare che cerchiamo di ricordare. Ecco la ricerca scientifica.

E c’è anche altro: le moderne neuroscienze hanno confermato che la suddivisione delle tipologie umane di apprendimento in visivo, uditivo e cinestetico (VAK) sono del tutto infondate e fantasiose. Puoi leggere qui gli approfondimenti su questo tema, tanto vantato dalla PNL, ma in realtà una delle varie bufale pseudoscientifiche.

Ma c’è stato anche di peggio: le uscite istrioniche di Richard Bandler sull’utilizzo della PNL in àmbito clinico (come per la cura dei disturbi ossessivo-compulsivi, o addirittura della schizofrenia). Cosa che detesto!

Però, come sempre, la verità sta nel mezzo, non nelle posizioni aprioristiche e nel pensiero dicotomico.

La PNL, infatti, pur non essendo una scienza, ha fatto sue alcune tecniche che oggi le neuroscienze hanno dimostrato avere davvero un effetto.

Alcune di queste tecniche, peraltro, sono utilizzate anche in diversi approcci terapeutici, come le visualizzazioni mentali (chiaramente, inserite all’interno di un percorso terapeutico più completo).

La PNL, infatti, utilizza tecniche dialogiche e di immaginazione in grado di produrre dei reali cambiamenti, nel pensiero e nel comportamento del cliente. Certo, non funziona con lo schiocco delle dita, o in pochi minuti, come alle volte viene pubblicizzata, ma funziona secondo i tempi di adeguamento e riadattamento del sistema nervoso di ciascuno.

 

PNL, tra corsi, coaching e verità scientifiche

Essendo io fissato con il valore scientifico di ciò che faccio, utilizzo da sempre solo le tecniche di PNL confermate da validazioni scientifiche, come dicevo anche su.

Perché, ce ne sono? Sì, ce ne sono.

Anche anni fa si pensava che la preghiera e la meditazione non avessero alcun effetto riscontrabile su base scientifica. Oggi, invece, sono numerosi gli studi che confermano, grazie alle tecnologie di neuroimaging, la forza di tali attività e i loro benefici sulla psiche.

In fondo, se qualcosa ha effetto sulla nostra mente, è chiaro che un meccanismo dimostrabile scientificamente si sia innescato, a livello biochimico. Il fatto che ancora non sia stato testato non vuol dire che non esista. Anzi, dovrebbe essere un volàno per avviare ricerche. Perché la scienza va avanti così: per messe in discussione, sperimentazioni e confronti, non con la staticità e gli estremismi.

 

La programmazione neuro linguistica: esempi di tecniche validate dalla scienza

Alcuni esempi delle tecniche di PNL validate scientificamente? Eccoli.

Prima di tutto, riporto questa systematic review del 2018 sugli effetti psicologici della PNL. Di seguito, alcuni passaggi fondamentali. Per chi non conoscesse l’inglese, in sostanza si dice che gli studi critici effettuati sinora sono deboli, senza riscontri empirici chiari, decontestualizzati e privi di confronto. Questa review, invece, studiando ben 952 testi e studi scientifici, conclude che la PNL riesce a ridurre lo stress, a migliorare l’autostima, la concentrazione, la gestione del tempo e altre capacità. Insomma, altro deve essere ancora studiato, della PNL, ma già abbiamo un punto di partenza importante e incoraggiante.

 

“These criticisms not only relate to a poor level of communication between scholars and practitioners that is observed elsewhere within the field of HRD (Brown & Latham, 2018), but also to issues concerning the methodological quality of NLP research. For example, a systematic review that investigated the effects of ten healthcare‐setting NLP studies concluded that the quality of the research was weak and that key reporting items were absent (Sturt et al., 2012). Another NLP literature review highlighted issues relating to researchers’ understanding of NLP and whether empirical studies were assessing NLP interventions or individual NLP skills delivered in isolation from the guiding NLP framework (Pensieri, 2013). This is deemed to be a key methodological limitation because many NLP skills need to be delivered as part of a complete NLP teaching framework (Dilts, 1983; Robbins, 1995; Witkowski, 2010).”

“Based on the comparison tests, NLP training was found to (a) significantly decrease occupational stress (HemmatiMaslakpak et al., 2016) and mental health problems such as trait anxiety (Konefal et al., 1992), and (b) significantly increase the internal locus of control (Konefal et al., 1992), time competence, innerdirectedness, self‐actualization, existentiality, spontaneity, self‐regard, self‐acceptance, and capacity for intimate contact (Duncan et al., 1990).”

“It was reported that NLP training improved participants’ levels of (a) kaizen behavior (Ashok & Santhakumar, 2002), (b) self‐esteem, adaptive selling, and organizational commitment (Thompson et al., 2002), and (c) stress (Rao & Kulkarni, 2010).”

 

Entrando nello specifico di alcune tecniche, in questo articolo si parla di ciò che in PNL viene da sempre chiamato “Riscrittura della storia personale”. Si tratta, in sostanza di rivedere il modo in cui consideriamo la nostra vita e di modificarne la sceneggiatura, quasi fosse un film. Tutti noi abbiamo una narrativa personale e con queste tecniche possiamo cambiarla per vivere meglio. Nell’articolo stesso si dice “It may sound like self-help nonsense, but research suggests the effects are real”, a dimostrazione di quanto ho detto su.

Di questa tecnica se ne parla anche nella parte finale di questo TED Talk. Se conosci l’inglese, ti consiglio di guardarlo. Si parla di ciò che lo psicologo Dan McAdams chiama “redemptive story”.

Andiamo avanti, in questo articolo si parla di come la mente rappresenti la nostra linea temporale e di come la nostra motricità ne influenzi la direzione. In PNL, tutto questo si chiama “Timeline” ed esistono degli appositi esercizi in grado di aiutare la mente a “camminare” nel tempo, per trovare soluzioni ai problemi di oggi.

Questo articolo, invece, e quest’altro, ci spiegano come e perché la mente può trattare la fantasia come realtà. Il classico esperimento è quello di dire: “davanti a te c’è un’arancia, rossa, succosa, morbida, tutta da mangiare e succhiare”. È probabile che, leggendo o ascoltando con attenzione queste parole, in bocca aumenti la salivazione. In realtà, basta anche solo ripetere le parole mentalmente, immaginare l’arancia, perché questo avvenga.

Ed ecco che al concetto si lega anche la tecnica di questa ricerca, che ci insegna come cancellare i brutti ricordi (non traumatici, chiaramente). Una tecnica che la PNL usa da tempo (le cosiddette submodalità).

Questo studio scientifico pubblicato sul British Journal of Radiology mostra la validità della tecnica PNL chiamata “Fast Phobia Cure” per il superamento di fobie non ben definite. In questo caso, grazie a tale tecnica, il 76% dei partecipanti allo studio ha riportato forti decrementi dell’ansia derivante dalla claustrofobia ed è riuscita a entrare nel macchinario per la Risonanza Magnetica (cosa prima impossibile).

Ma gli effetti dei ricordi e dell’immaginazione, alla base di moltissime tecniche mentali della PNL, sono ben più importanti. Nello studio “Effect of Anger on Left Ventricular Ejecion Fraction in Coronary Artery Disease”, pubblicato su “The American Journal of Cardiology” già nel 1992, si riportano gli effetti sul sistema cardiocircolatorio di ricordi e immagini mentali legati a rabbia, collera e ostilità. Dati allarmanti che mostrano un aumento degli ormoni dello stress e, soprattutto, una riduzione dell’efficienza cardiaca in grado di generare cardiopatologie.

L’immaginazione, dunque, è molto potente. Se siamo in grado di utilizzarla per star male, perché non utilizzarla per star bene, per modificare le nostre sinapsi, i nostri comportamenti (grazie alla plasticità del sistema nervoso) e per innalzare le nostre prestazioni?

Quest’ultimo aspetto della mente umana è ben noto non solo alla PNL, ma anche a diverse terapie come la REBT o il training autogeno. L’utilizzo di parole specifiche, di visualizzazioni mentali e di esercizi ad hoc possono aiutare moltissimo.

Pensa che in Australia è stato creato il Brain Bus, un pullman itinerante che insegna anche come alleviare il dolore cronico attraverso la ripetizione di mantra e visualizzazioni mentali. Infatti, è stato scoperto che il dolore si cronicizza a causa di un’anomala attivazione delle aree cerebrali deputate alla gestione “superiore” delle emozioni. Quindi, lavorando sulle emozioni, si riesce dove i farmaci falliscono.

L’immaginazione è utilizzata molto anche nella Health Psychology, la scienza che studia il modo in cui i comportamenti agiscono sul nostro stato di salute, attraverso la cosiddetta “associazione”. Infatti, è stato provato che uno dei metodi migliori per cambiare stile di vita e migliorarsi è quello di associare immagini e sensazioni spiacevoli agli atteggiamenti che si vogliono abbandonare, e immagini e sensazioni piacevoli a quelli che si vogliono ottenere. Te ne parlo anche in questo articolo.

Nella PNL, poi, si parla molto di “modelling“, ovvero copiare gli atteggiamenti di un’altra persona per modificare i propri e ottenere quelli voluti. Questa tecnica funziona e ce lo dice di nuovo la Health Psychology, ed è parte integrante della cosiddetta “Learning Theory“.

 

 

La programmazione neuro linguistica: conclusioni

Chiudendo, dunque, se è vero che la PNL non è una scienza, è anche vero che può essere considerata una sorta di Bignami di alcune tecniche psicologiche “rubacchiate” ai grandi della psicologia. Tecniche che oggi, in parte, hanno trovato basi scientifiche.

Il principale problema della PNL, per me, è che è stata diffusa da persone che, perlopiù, non hanno (o avevano) conoscenze del sistema nervoso e della mente umana. Sono state prese tecniche qui e là e sono state mitizzate, a volte addirittura travisate.

Detto ciò, colgo l’occasione per ribadire un concetto a cui tengo molto e che spessissimo è alla base anche delle discussioni sulla PNL: non bisogna mai cadere nella trappola del pensiero dicotomico. Del tipo: o è vero o è falso, o è pro o è contro, o è scienza o non lo è. È una potentissima trappola psicologica.

Bisogna sempre avvalersi dell’elasticità mentale e della fantasia, anche nella ricerca scientifica. Bisogna avere la curiosità di un bambino, la sua creatività, e miscelare il tutto con la logica di uno scienziato. Questo articolo di Focus ci fa capire cosa rende la creatività e la fantasia così importanti.

Dico questo perché sento spesso uomini e donne di scienza asserire che, se non è stato provato sinora, allora non è scienza. Se tutti la pensassero così, saremmo ancora nel Medioevo, o prima. Se Einstein non avesse miscelato fantasia e logica, oggi non avremmo le sue teorie. E che dire della geniale mente di Leonardo?

Io utilizzo spesso, nel coaching, specie nello sport coaching, tecniche di visualizzazione mentale e linguistiche. E funzionano alla grande. Perché questa è scienza.

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