Come Internet ha cambiato la nostra vita. Pro e contro di social e dispositivi
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Come Internet ha cambiato la nostra vita. Pro e contro dei social network e dispositivi

Vediamo come Internet ha cambiato la nostra vita e la memoria collettiva. Specie dopo l’avvento dei social network e dei dispositivi mobile.

NOTA: pubblicai questo articolo a inizio 2018 e dico queste cose a tutti coloro che conosco sin dalla notte dei tempi… Mi hanno sempre detto di essere un paranoico, di odiare i social e talvolta anche la tecnologia in generale. Nel 2021, dopo confessioni di ex dipendenti e indagini, si è ufficialmente constatato che Facebook ha fatto soldi alimentando odio e attriti sociali, con danni soprattutto tra i più giovani. Devo aggiungere altro? Leggi l’articolo…

 

Come Internet ha cambiato la nostra vita: la memoria collettiva

La memoria collettiva è il modo in cui un gruppo di persone (anche l’umanità intera) interpreta il passato. E, a seconda di come viene interpretato il passato, ci si muove per il futuro. Chi ricorda una dittatura come un periodo florido, sarà portato a spingere per il ritorno a quel regime, tanto per capirci velocemente.

Dunque, la memoria collettiva ha un peso importantissimo, sul futuro dell’umanità.

Ebbene, diversi studi hanno dimostrato che i social network sono in grado di modificare la nostra memoria collettiva. Così come anche i siti che diffondono notizie false per vari scopi.

Gli attentati mai avvenuti e spacciati come veri, oppure le clamorose fandonie sulla correlazione tra vaccini e autismo create ad hoc da un medico britannico poi radiato dall’albo, le migliaia di bufale sugli immigrati, o anche la possibilità di curare il cancro con bicarbonato e limone hanno generato danni a non finire e, se non fossero state smascherate, ne avrebbero generati anche in futuro.

Il problema è che Internet ci porta verso una velocità di lettura che non ammette approfondimenti. Spesso si legge solo il titolo, di una notizia trovata su Google o su Facebook. Si dà per vera, ci si indigna, la si condivide e nasce la bufala virale che modifica la memoria collettiva e la percezione del mondo. Il problema sta anche nel fatto che il continuo flusso di informazioni attiva in noi lo stesso meccanismo mentale della ricompensa che si attiva con le droghe, con il gioco d’azzardo e altro. Ecco la ricerca scientifica che ce lo dice.

Quindi, siamo spinti a cercare sempre nuove notizie e ci muoviamo velocemente, con poca attenzione. Un mix micidiale.

Una volta caduti poi nella trappola, inoltre, per una sorta di principio di coerenza e per arginare la cosiddetta “dissonanza cognitiva”, si tende a rimanere saldi sulla nostra posizione, anche dopo aver scoperto di essere caduti nella trappola delle bufale. E il tutto si rafforza.

A fare questo gioco è anche la struttura stessa dei social, che ci propina, sulla base di un algoritmo, notizie simili a quelle che abbiamo pubblicato, condiviso o commentato. Quindi, se ci siamo convinti che il cancro si curi col bicarbonato di sodio, è probabile che il social ci inviti a mettere “mi piace” a pagine che ne parlano, o ci mostri post di amici e pubblicità che trattano lo stesso argomento. Rafforzando, così, il meccanismo di convincimento.

Pertanto, bisogna fare attenzione e ragionare sempre in termini critici, perché ciascuno di noi ha una grande responsabilità, ogniqualvolta si generi un’attività pubblica su Internet.

 

Come Internet ha cambiato la nostra vita: il tempo rubato alle nostre giornate

Sì, i social sono in grado di rubare tempo prezioso alle nostre giornate. Ore che non torneranno mai più, uniche, nella nostra vita. Ore buttate nello scrollare il dito sullo smartphone o il mouse al PC. Anche questo ha cambiato le nostre vite.

Ma perché molte (troppe) persone cascano in questa trappola?

Perché i social sono strutturati in modo tale da innescare il sistema della ricompensa, quello di cui parlavo prima, quel meccanismo che rilascia dopamina, il neurotramsettitore che ci fa sentire allegri e appagati. E sai qual è uno dei principali meccanismi su cui si basano i social per fare questo? Quello dell’odio: generare odio e attriti sociali è uno dei punti chiave, per mantenere vive le discussioni… e non solo.

Dà i brividi, vero?

Proprio come quando si assumono droghe o si buttano via soldi e ore di vita alle slot machines, anche scrollando il dito su Facebook non ci si rende conto del danno che stiamo facendo a noi stessi e alle nostre vite. Non basta la “voglia di notizie” di cui parla la ricerca riporta più su, ma ci si chiude anche in un tunnel fatto di piacere, dove ogni like ricevuto, ogni icona che indica un nuovo messaggino e ogni nuovo commento sparano dopamina nel cervello e ci fanno sentire bene, impedendoci di mettere un freno a questo dannoso circolo vizioso.

Ma perché si comincia? I motivi possono essere tanti:

  • Per narcisismo, voglia di mostrarsi
  • Per la curiosità di spiare la vita dei nostri contatti (che per narcisismo pubblicano di tutto)
  • Per noia
  • Per solitudine
  • Per il desiderio di sopraffare la timidezza e l’insicurezza

I motivi sono mille. Ma la cosa bella sai qual è? Che ognuno di questi desideri può essere appagato con altre pratiche, molto più salutari e convenienti. Anche con un utilizzo sapiente del Web.

Perché qui non si sta condannando lo strumento, ma l’uso che se ne fa.

 

Ora ti lascio il link a un approfondimento giornalistico del Corriere della Sera, clicca qui. Ti dico: se non fosse un Data Room di Milena Gabanelli, una delle giornaliste che stimo di più in assoluto, e se non si trattasse di dati e informazioni ufficiali tipiche del data journalism, avrei pensato che fosse uno articolo fake di complottisti.

Perché? Guarda il video che è nel link… è assurdo che coloro che generano tecnologia poi la vietino ai loro stessi figli. O forse non è poi così assurdo?

 

Come uscire dalla trappola e tornare a vivere una vita reale

Il metodo per uscire dalla trappola descritta e tornare a vivere una vita vera, davvero felice e serena, è nelle nostre mani… come sempre.

I social network, Internet, i dispositivi mobili non sono altro che strumenti. Come un coltello, un’automobile, un cacciavite. Sta a te scegliere come utilizzarli. Vuoi trasformarli in armi per farti o fare del male? Oppure vuoi usare davvero la tua intelligenza e sfruttarli a tuo vantaggio?

Come dicevo prima, i metodi per appagare i desideri che ci spingono a usare questi strumenti in maniera errata e le soluzioni per usarli in maniera corretta esistono e sono diversi:

  • Puoi sconfiggere la noia leggendo un buon libro
  • Puoi vincere la solitudine iscrivendoti in palestra, o a qualche gruppo di interesse
  • Puoi vincere la timidezza con il coaching e con l’aiuto di persone che credono in te
  • Puoi assecondare il tuo narcisismo con lo sport
  • Puoi soddisfare la tua curiosità sulla vita altrui spettecolando dal vivo con le amiche

Inoltre, come dicevo, puoi usare il Web per ciò che è davvero: la più grande fonte di sano sapere mai creata dalla razza umana.

E come accennavo più su, puoi sconfiggere le bufale e i tuoi pensieri limitanti coltivando il pensiero critico e chiedendoti sempre se la realtà non possa essere diversa da come te la stanno propinando. Chiediti se esistono prove che puoi ricercare, per verificare il tutto. Purché siano prove ufficiali, oggettive, non fantasie complottistiche!

 

Conclusioni

Perché ho scritto questo articolo? È un po’ diverso dagli altri, giusto?

Ho pensato che fosse necessario buttar giù questo testo perché, nel mio lavoro e nella vita di tutti i giorni, mi sono reso conto che le persone non s’accorgono di quanto tempo unico e prezioso della loro vita stiano buttando via.

Tempo che non tornerà mai più.

E mi sono sentito impotente, davanti a tanto spreco. Così, ho pensato di utilizzare questo blog per diffondere un po’ di notizie sul tema, sia sulle trappole che sulle soluzioni possibili, come sempre.

Spero che di questo articolo non venga letto solo il titolo, scrollando sui social, e che non ci si limiti alle prime scarne righe. Internet ci ha portato verso una sempre minore tolleranza dei testi lunghi, verso una sempre maggiore velocità di lettura e, quindi, verso una maggiore superficialità.

Quindi, se siamo arrivi qui insieme, tu e io, è già un ottimo segno. Mi congratulo con te. Continua così! 🙂

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