Come essere più sicuri di sé stessi: tecniche e strategie
Vediamo come essere più sicuri di sé stessi riprogrammando la mente.
False convinzioni, sensi di inferiorità e un’identità distorta agiscono in modo subdolo, silenzioso, modificando le nostre azioni e limitando le nostre capacità.
Sotto questa coltre di neve gelida, però, bolle una lava incandescente, è quella della tua forza, delle tue abilità e la tua vera identità. Sembrano parole da motivatore da 4 soldi, ma tra poco capirai che la nostra mente funziona proprio così.
Come essere più sicuri di sé stessi eliminando le false convinzioni
Nel corso della vita ci vengono forniti vari punti di riferimento.
Prima di tutto ci sono i genitori, poi c’è la scuola, e arrivano gli amici, fidanzate e fidanzati, nemici, la guida spirituale, il capo e persino la pubblicità.
Ciascuno di loro, nel bene o nel male, influenza i nostri pensieri, più precisamente le nostre convinzioni. Convinzioni su cosa? Su noi stessi, sulle nostre capacità, sul funzionamento del mondo e addirittura convinzioni sui nostri stessi pensieri.
Quest’ultimo punto è molto caro alla terapia metacognitiva, ovvero quella che si occupa del modo in cui noi interpretiamo i nostri pensieri e il modo in cui reagiamo a queste convinzioni.
E tutti noi siamo vittime di queste trappole mentali, questo è il primo punto da prendere in considerazione, per comprendere gli esercizi di fine articolo.
Come essere più sicuri di sé stessi sconfiggendo il senso di inferiorità
Il senso di inferiorità è una delle risultanti delle errate convinzioni di cui parlavo prima.
Iniziamo a pensare che quel tizio è meglio di me perché ha i capelli e io no. Oppure che quella ragazza è migliore di me perché è più socievole. O anche che il mio capo, che mi urla sempre addosso, è migliore di me perché ricopre un ruolo di prestigio.
Insomma, è frequentissimo (e naturale) creare delle gerarchie sociali. Siamo animali sociali e la gerarchia è parte integrante dell’organizzazione, anche nel mondo animale (e gli studi in tal senso sono numerosi). Il problema arriva nel momento in cui queste gerarchie diventano arbitrarie e includono anche ambìti che nulla dovrebbero avere a che fare con queste logiche.
Se quella ragazza è più socievole di me, o quel ragazzo ha i capelli e io no, o il mio capo mi fa credere di avere sempre ragione perché comanda e rigira la frittata come vuole, non significa che esistano davvero gerarchie di tipo qualitativo. E non vuol dire che sia io ad avere torto o a essere “inferiore”.
Non vuol dire che qualcuno è meglio di me solo perché ha caratteristiche che io non ho, o perché sa fare cose che io non so fare. Quante cose so fare io molto bene e loro no? Allora anche gli altri sono inferiori a me e dovrebbero sentirsi tali?
In realtà no, perché non esistono gerarchie, sul fronte qualitativo, come dicevo prima. Come dico anche nel mio romanzo per ragazzi “Ops…”, siamo tutti diversi ed è questo a renderci uguali tra di noi. Ciò che ci accomuna è proprio la nostra diversità.
Una frase del grande Franco Basaglia (psichiatra, neurologo e docente, padre della legge che chiuse i manicomi) ci spiega alla perfezione l’assenza di gerarchie e di “stranezze”. Basaglia disse: “Visto da vicino, nessuno è normale”.
Questa frase segna definitivamente la fine delle diatribe tra “normale” e “diverso”. Siamo tutti diversi tra di noi, quindi siamo tutti unici e speciali. Il concetto di normalità non esiste, è solo una delle tante trappole mentali costruite negli anni a livello sociale.
Ai tempi dei romani, pare che fosse “normale” essere in carne, era segno di bellezza e salute. Oggi è “normale” essere magri, per lo stesso motivo. Chi ha ragione? Probabilmente nessuno, anche perché la bellezza, come si dice spesso, è negli occhi di chi guarda. C’è chi apprezza più le persone in carne e chi quella magre o normopeso.
E che dire della salute? Poco a che vedere con le forme fisiche (se si escludono patologie come l’obesità, ovvio). Si può essere in salute con qualche chilo in più, malati ma magri o tutto il contrario.
È solo un esempio, ma serve a farti capire che si tratta di trappole mentali, come dicevo.
Quindi, il senso di inferiorità, così come le convinzioni errate, sono un punto da tenere in considerazione, ora che ti illustrerò gli esercizi da svolgere per avere più sicurezza in te.
Come essere più sicuri di sé con l’embodied cognition
Forse non ci crederai, ma anche la posizione del corpo ci può dare fiducia e sicurezza. Sto parlando di ciò che viene chiamata “embodied cognition“, ovvero il modo in cui il corpo influenza la mente.
Qui sotto puoi trovare un interessantissimo Ted Talk sull’argomento delle cosiddette “power pose“, ovvero le posizioni che ci fanno sentire come supereroi.
Diversi studi scientifici hanno confermato questa possibilità, tra cui quello condotto da Lee e Schnall nel 2014 e quello di Robert Körner del 2021. Le posizioni di “potere” aumentano l’autostima e diminuiscono i livelli di cortisolo, il cosiddetto “ormone dello stress“.
Come essere più sicuri di sé stessi: riprogrammare la mente
Così come abbiamo programmato inconsciamente il nostro pensiero per anni, creando convinzioni e sensi di inferiorità che ci fanno star male e riducono le nostre capacità, così possiamo riprogrammare la mente per essere sicuri di noi e vivere al top.
Sono molti gli studi che confermano come sotto ipnosi si possano raggiungere risultati non ottenibili in altri contesti. Un atleta aumenta la forza nella stretta della sua mano senza fare esercizi, un balbuziente parla fluentemente senza esercitarsi, un uomo può essere operato senza anestesia solo con l’ipnosi che lo rende immune al dolore, e così via.
Perché accade? Accade perché l’ipnoterapeuta porta la persona a credere fermamente in ciò che verrà detto. E questo è il punto. E può essere replicato anche fuori dall’ambiente dell’ipnosi e da quello clinico.
Dobbiamo arrivare a credere fermamente in ciò che diciamo a noi stessi. Proprio nel modo in cui abbiamo creduto a chi ci ha detto di essere brutti, incapaci o inferiori, e così come poi abbiamo creduto ai pensieri negativi che noi stessi abbiamo formulato.
Quindi, è ora di ripartire!
Prendi coscienza dei tuoi punti di forza, scrivendo su un foglio tutto ciò che sai fare, e descrivi la tua bravura nel fare quelle cose. Cosa ti rende una persona unica e speciale? Questo è il primo esercizio. Ripetilo per almeno una settimana, tutti i giorni, cercando sempre cose nuove da dire, o al massimo riscrivendo in modi diversi le qualità che hai già individuato.
Poi, dopo qualche giorno, passa al secondo esercizio. Eccolo.
Concentrati sul tuo corpo e rilassalo. Bastano pochi minuti. Rilassa il viso, la fronte, il cuoio capelluto, collo, braccia, mani, schiena, addome, gambe, piedi. Concentrati di volta in volta su una parte e rilassala. Poi “ascolta” tutto il tuo corpo nella sua interezza, e rilassalo ancora di più.
Mantenendo questo stato di relax, crea un’immagine mentale di te mentre fai quello che sai fare, mentre metti in pratica ciò che ti rende una persona unica e speciale. Osserva i dettagli sensoriali del momento: odori, suoni, immagini, sensazioni tattili, gusti, proprio come se vivessi quel momento.
La mente non distingue tra realtà e fantasia, quindi in questa fase meditativa starai davvero vivendo il tuo trionfo, la sensazione di potenza e unicità che ti contraddistingue. Goditi il momento per circa 30 minuti, tu sei una persona unica e speciale, così come lo sono anche gli altri, non sei inferiore o superiore, non esistono gerarchie valoriali. Tu hai un valore da esprimere che è molto superiore a quello espresso sinora, perché sinora ti hanno limitato false convinzioni.
Gli studi dello psicologo Knight Dunlap furono pionieristici, in questo senso, e il relax può essere utile anche nel fissare un obiettivo per il cambio di abitudini, senza perdersi nello sforzo di doverle cambiare per forza. Dunlap scoprì che è più efficace e non produce resistenze.
Come essere più sicuri di sé stessi: conclusioni
Bene, ora hai visto come puoi controllare la tua mente e arrivare ad avere più sicurezza in te.
Fai questi esercizi per almeno un mese e osserva i risultati. Puoi scegliere di concentrarti di mese in mese su aspetti specifici della tua personalità, del tuo carattere e delle tue capacità, o lavorare a un livello più olistico e omnicomprensivo.
A te scegliere. Ma prima individua gli obiettivi da raggiungere, perché è su quelli che dovrai concentrarti.
Io nelle sessioni di coaching utilizzo spesso queste tecniche di visualizzazione mentale e con ottimi risultati. Con la mia voce guido le persone verso una nuova identità e faccio sì che possano tirare fuori capacità che credevano di non avere, se è questo il loro obiettivo.
E posso dirti che funziona, la scienza lo ha provato con vari studi. Serve solo impegno.
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