Come controllare la rabbia e vincere lo stress?
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Come controllare la rabbia e vincere lo stress?

Imparare come controllare la rabbia e gestirla è assolutamente fondamentale, se si vuole ottenere successo, nella vita, e vivere sereni. Peraltro, gli accessi di rabbia portano a un incremento delle cardiopatie e delle patologie legate alla pressione sanguigna, oltreché valori sballati del sangue. Vediamo, allora, come gestirla.

 

Come controllare la rabbia e vincere lo stress: iniziamo

Prima di tutto, per sconfiggere l’avversario più facilmente, occorre conoscerlo. Lo sanno bene coloro che svolgono sport da combattimento, o attività agonistiche in generale.

Conosciamo la rabbia, allora.

La rabbia, come detto in questo articolo, nasce lì dove prendono vita tutte le nostre emozioni, nel cervello libico. In quella piccola mandorla che è l’amigdala, per la precisione.

Ciò che distingue la rabbia dalle altre emozioni è la sua potenza e il piacere che spesso dona. La rabbia ci fa sentire forti, potenti, e sfogarla ha un effetto quasi catartico, liberatorio. Ma è un’illusione.

Prima di tutto, occorre sapere che la rabbia risente fortemente dell’accumulo. Mi spiego meglio.

È facile vedere in giro una mamma tranquilla che inizia a inquietarsi perché il primo figlio commette un’imprudenza, per poi esplodere, qualche secondo dopo, se l’altro figlio inizia a piangere o a fare i capricci.

Perché accade? Perché il sistema limbico della mamma è già sovraeccitato dalla rabbia che ha prodotto l’imprudenza del primo figlio. Il resto viene a catena. È capitato a tutti di passare una giornata lavorativa particolarmente stressante, in cui il capo ci ha fatto innervosire, per poi tornare la sera a casa ed esplodere al minimo commento del nostro partner, o di nostro figlio.

Le conseguenze finali sono sempre dei litigi familiari che ci fanno star male e che non risolvono nulla.

Questo accade per il “sequestro neurale” di cui parlo in questo articolo. Zillman parla di “incapacità cognitiva”, ovvero la persona è totalmente in preda alla propria rabbia, alla propria emotività, da non avere più accesso alle sue capacità logiche.

Spesso i giornalisti definiscono “raptus” le azioni violente apparentemente immotivate che nascono da questo accumulo di rabbia.

Fortunatamente si tratta di situazioni limite, che risentono anche di altri fattori. Ma, quando sentiamo la rabbia ribollirci nelle vene, dobbiamo essere così pronti da intervenire subito.

 

Come controllare la rabbia e vincere lo stress: cosa non fare

Prima di vedere cosa fare, occorre capire cosa evitare di fare, in uno stato di forte stress e rabbia.

Come accennavo prima, la soluzione migliore sembrerebbe essere quella di scagliarci contro chi ci ha fatto innervosire e distruggere ogni cosa, a parole o con i fatti.

È tipico dei maschietti testosteronici, pronti a dimostrare al mondo di essere i maschi alpha del branco: reagire per salvare la faccia, l’immagine, la propria dignità. Hanno insultato la mia donna? Bene, gli spacco la faccia, così mi sfogo e rimetto a posto i ruoli sociali. Questo è un tipico esempio che si può trovare ogni sabato sera in tantissime discoteche.

Ma questa reazione va bene nella jungla. Non nella società civile.

Bisognerebbe passare alle mani solo per reale legittima difesa, quando ogni altra soluzione ci è impedita.

E l’insulto andrebbe eliminato a priori. Facile a dirsi, spesso difficile a farsi, lo sappiamo bene.

È stato provato da numerosi studi, tra cui quelli di Diane Tice, che reagire in questo modo non solo non risolve il problema e, anzi ne genera altri, ma incrementa ancor più l’attività del nostro cervello emozionale, del sistema limbico, e non placa un bel nulla.

Insomma, seguire l’onda della rabbia può causare una serie infinita di problemi, da quelli di tipo legale (se si aggredisce qualcuno, o lo si offende) sino a problemi fisici, perché la rabbia, come ho accennato all’inizio, è causa di ipertensione, problemi cardiaci e altro.

Cosa fare, dunque?

Come controllare la rabbia: il training per la gestione dello stress e della rabbia

Bisogna intervenire per tempo, come dicevo prima e come scrivo in questo articolo, riconoscere l’emozione, razionalizzarla e gestirla da subito.

Ma tutto ciò va fatto prima che la rabbia si tramuti in furia. Una volta intervenuto il “sequestro neurale”, l’”incapacità cognitiva”, bisogna solo attendere che il fuoco si plachi, sperando di non fare danni. E spesso non basta chiedere scusa, per rimettere a posto i danni fatti.

I metodi per intervenire sulla rabbia che nasce sono diversi:

  • Mettersi nei panni dell’altro e capire cosa lo ha spinto verso quell’atteggiamento che ci ha fatto innervosire. Questa strategia funziona bene una volta che si è acquisita una grande padronanza di se stessi e della propria empatia.
  • Scrivere ciò che si sta provando, così da attivare il cervello razionale, verbalizzare l’emozione e smorzare l’attività neurale del sistema limbico, del nostro cervello emotivo.
  • Se si ama lo sport, va bene anche fare attività fisica. L’attività fisica porta l’organismo verso un’attivazione temporanea che poi si smorza al termine dell’attività. Ma durante questo periodo occorre distrarsi, non rimuginare (tipo colpendo un sacco pensando alla faccia di chi ci ha fatto innervosire), altrimenti la situazione peggiorerà.
  • Lo stesso dicasi con la meditazione, se sei una persona che sa praticarla bene. Se non è il tuo campo, evitala, altrimenti potresti andare in stress.
  • Una soluzione che può andar bene per tutti è quella di distrarsi con una passeggiata, un film, un libro, della musica. L’importante, anche qui, è non rimuginare. Ci farebbe bene vedere un film comico, o camminare pensando a qualcosa di bello. Leggere un libro romantico, o un manuale tecnico. Ascoltare della musica rilassante, che magari ci piace canticchiare.

Queste sono le tecniche più accreditate, il training migliore per controllare lo stress e gestire la rabbia.

Chiaro che la cosa migliore sarebbe risolvere il problema alla radice e imparare a convogliare l’energia della rabbia verso qualcosa di costruttivo. Questo si lega al primo punto dell’elenco qui su: alla capacità di controllarsi e di gestire l’empatia. A livelli più alti di autocontrollo ci verrà naturale e automatico innescare subito il cervello razionale non appena sentiremo la rabbia ribollire. Ma serve pratica.

In questo modo, anziché essere accecato dalla furia, il cervello inizierà a riflettere sul perché ci sentiamo così arrabbiati, quale tasto gli altri hanno toccato, per farci sentire così e, al contempo, inizierà a lavorare sul perché quella persona si è comportata in quel modo, perché ci ha risposto male, ci ha offeso o urlato addosso. In una parola: empatia.

Piccola parentesi per i maschietti testosteronici alpha: nonostante ciò che vuol farci credere la nostra cultura occidentale, pregna della tradizione militare degli antichi romani e di chi li ha seguiti, non è con la bruta forza fisica che si ottiene la ragione e non è alzando le mani che si fa bella figura dinanzi a una donna, o si conquista il suo cuore.

Come già ci insegnava Sun Tzu secoli fa, ne “L’arte della guerra”: Sconfiggere il nemico senza combattere è la massima abilità. Se ci riesci, allora sì che sei un vero uomo.

 

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